Le ferite delle donne: sofferenza e sostegno in sede di consulenza legale

DiIda Grimaldi

Le ferite delle donne: sofferenza e sostegno in sede di consulenza legale

Nessuno merita le tue lacrime e chi le merita non te le farà mai versare 
(Gabriel García Márquez)

Questa citazione ha lo scopo di introdurre il tema del disagio e della sofferenza delle donne, vittime di situazioni di violenza familiare, che si rivolgono ad un legale quando decidono di separarsi. Ed, invero, spesso bisogna ricordare loro il diritto alla serenità, alla dignità, al rispetto oltre che quello all’assegno di mantenimento o all’assegnazione della casa coniugale.

Ciò, soprattutto quando si toccano i temi della violenza domestica e della violenza assistita dai minori.

Non solo legali, dunque anche umani sono gli strumenti di tutela che l’avvocato deve essere in grado di suggerire/caldeggiare/difendere.

Il tutto in un’ottica di condivisione, partendo innanzi tutto da una forte consapevolezza personale perché, per poter affrontare qualsiasi situazione problematica, è importante essere consapevoli non solo di quelli che sono i propri irrinunciabili diritti ma anche delle necessarie risorse interiori per capire come trovare la forza per reagire. Non basta, infatti, conoscere quali sono gli strumenti di tutela se poi non si è convinti di lottare o non si è in grado di utilizzare tali strumenti.

E allora, pur se si è intrapresa o se si sta intraprendendo la via legale, è importante comunque chiedere aiuto: amici o parenti che siano in grado di ascoltare senza giudicare, associazioni di volontariato e strutture pubbliche che offrano aiuto e sostegno in casi di grave difficoltà.

Una volta intrapreso il percorso di separazione e ricevuto il sostegno necessario, non bisogna arrendersi di fronte alle difficoltà e non bisogna smettere di sperare perché, come ha scritto Kierkegaard: “Non è il cammino che è difficile, è il difficile che è cammino”.

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